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 Dell'Utri-Berlusconi show.

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MessaggioTitolo: Dell'Utri-Berlusconi show.   Dell'Utri-Berlusconi show. Icon_minitimeGio Apr 10, 2008 12:06 am

Dell'Utri show...






Il richiamo della foresta
RICCARDO BARENGHI

Più dell’amor poté il digiuno, ovvero più del fair play poté la vittoria. E così, dopo un mese di campagna elettorale tutto sommato educata, civile, addirittura noiosa per quanto fossero simili i programmi e ripetitivi i discorsi, siamo tornati all’antico. L’insulto, lo scontro ideologico, la rissa. La minaccia di prendere i fucili fatta da Bossi. L’odio per i comunisti (che manco esistono più) rievocato da Berlusconi. Il disprezzo per i magistrati che dovrebbero sottoporsi periodicamente a test di attitudine mentale rilanciato sempre dal Cavaliere. L’occhiolino strizzato ai mafiosi da parte di Marcello Dell’Utri, anche loro votano e fanno votare. E meno male che Veltroni aveva appena scritto una lettera al suo avversario per invitarlo a essere leale con la Repubblica, insomma a garantire un corretto funzionamento delle istituzioni e dei rapporti tra di esse. Un appello caduto nel vuoto, anzi peggio: «Irricevibile», è stata la secca risposta. In un attimo siamo ripiombati nel passato, niente più promesse di riforme istituzionali fatte insieme, dei comunisti non ci si può fidare.

Nessuna possibilità di avere un rapporto corretto con la magistratura, i pubblici ministeri sono malati mentali che devono essere curati. E così, quando Berlusconi sarà al governo, se lo sarà, le Procure di tutta Italia sanno che devono stare attente: se ti muovi ti fulmino. (D’altra parte pure i dirigenti del centrosinistra in questi ultimi anni non è che abbiano avuto rapporti idilliaci con la magistratura, dimostrando anche loro una certa insofferenza ogni volta che finivano sotto tiro).

Per non parlare dell’amico e fedele consigliere Dell’Utri che, mentre promette di riscrivere la storia della Resistenza, addirittura arriva a definire il famigerato stalliere mafioso di Arcore un eroe. L’eroe Mangano. Lo dice così, a freddo, senza alcuna ragione plausibile. Lo dice evidentemente perché in Sicilia (e non solo lì) quella parte del Paese denominata mafia ancora conta nonostante le sconfitte subite. Conta, produce consenso ed è capace di riversare quel consenso verso tizio o caio. In questo caso è lampante verso chi.

Non c’è niente da fare, nonostante i vari tentativi che in questi anni sono stati fatti, prima da D’Alema con la sua Bicamerale e poi da Veltroni con la sua proposta di riformare il sistema assieme a Berlusconi, e pure con la sua impostazione di una campagna elettorale per qualcosa e non contro qualcuno, niente da fare. Il Paese normale non c’è, resta un sogno. E non c’è perché il Cavaliere, che pure era sembrato diverso da se stesso, che pure aveva aperto il dialogo con i suoi avversari, che pure aveva promesso una nuova stagione politica fatta di rapporti decenti con la futura, eventuale opposizione, di processi costituenti, addirittura di possibili larghe intese, non resiste al richiamo della foresta. Quando vede la meta a pochi metri non può fare a meno di scatenare i suoi spiriti animali. Il suo obiettivo è vincere a qualsiasi costo, e sa che ritirando fuori il vecchio armamentario sui comunisti, sui giudici, sui mafiosi che in fin dei conti non sono poi così male (non fu il suo ministro Lunardi a dire che bisogna convivere con la mafia?), il suo elettorato si eccita. Si mobilita. Magari perché si spaventa appunto dei «comunisti» che gli aumentano le tasse, dei pubblici ministeri che indagano dove invece bisogna chiudere un occhio o magari tutti e due. E va a votare. Per lui.

Il quale lui, cioè Berlusconi, è anche capace di mettere insieme nella stessa giornata, nello stesso comizio, nella stessa frase, un’abnormità come quella sui magistrati malati di mente con una fesseria come quella sulle donne di destra più belle di quelle di sinistra. I comunisti con la mozzarella, la mafia con le barzellette, l’attacco politico più violento e minaccioso con l’ultima gag da varietà. Questo è l’uomo che tra meno di una settimana potrebbe essere il nuovo capo del governo. E semmai riuscisse a esserlo, governerà così, seguendo il suo istinto primario: dice che Bossi sta male e un’ora dopo smentisce di averlo detto, invita gli imprenditori a evadere le tasse e un’ora dopo nega di aver mai pronunciato quella frase che centinaia di persone hanno sentito. Spiega che Veltroni è una persona seria e affidabile e un attimo dopo rieccotelo un comunista che divora i bambini.

da LA STAMPA 9 aprile 2008

Nessun conflitto, solo interessi
"Io non credo che ci sia mai stato conflitto d'interessi: dal '94 in poi non mi sono più occupato delle vicende del mio gruppo, che ho avuto la fortuna di mettere nelle mani di ottimi manager. E poi se ne occupano i miei figli, ho avuto anche la fortuna di avere figli bravissimi"
(Silvio Berlusconi, RaiNews24, 7 aprile 2008)

"Il presidente Berlusconi è sempre stato presentissimo nel Milan, tutte le operazioni di mercato sono concordate con lui"
(Adriano Galliani, vicepresidente del Milan, La Repubblica. it, 7 aprile 2008)

"Ci sono delle persone disponibili in Italia a rilevare Alitalia: la regìa resterebbe ad Airone, con dietro Banca Intesa. E anche i miei figli non direbbero di no"
(Silvio Berlusconi, 20 marzo 2008)

"A giorni i nomi della cordata italiana per Alitalia saranno noti a tutti perché faranno un'offerta impegnativa. I miei figli? Neanche per sogno"
(Silvio Berlusconi, 26 marzo 2008)

Marco Travaglio

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Berlusconi: "Perizie per i pm"
Dell'Utri: "Mangano un eroe"

ROMA - Berlusconi chiede "perizie psichiatriche sui pm" e attesta che il Pd è "l'ultimo trasformismo del partito comunista". Ma la vera perla della giornata è un'altra: "Il fattore Vittorio Mangano (ergastolo per mafia e addetto alle scuderie di casa Berlusconi ndr) è un eroe", parola di Marcello Dell'Utri, senatore uscente, candidato e condannato per tentata estorsione. Che già che c'è se la prende anche con i professionisti dell'antimafia e con i libri di storia, tutti "da rivedere".

Che negli ultimi giorni si sarebbe alzato il tono della campagna elettorale era un dato atteso e acquisito. Un po' meno atteso era che il Cavaliere e il suo staff tornassero a spingere, a quattro giorni dal voto, su argomenti consumati. Ma a pochi giorni dal voto certi messaggi sono cruciali, per chi se li aspetta e per chi deve ancora decidere come votare.

Così, a Savona, città del ponente ligure decisiva per l'assegnazione della Liguria, Berlusconi alza il livello di scontro con la magistratura. "Il pubblico accusatore - annuncia col tono di chi promette - dovrebbe essere sottoposto periodicamente a esami che ne attestino la sanità mentale". Insomma, secondo il Berlusconi pensiero, nei tribunale dovrebbero girare meno tabulati di intercettazioni e più psicologi.

Il leader della Pdl riparte dallo stop alla riforma dell'ordinamento giudiziario firmata dall'allora Guardasigilli Roberto Castelli che prevedeva "test psico-attitudinali" per entrare in magistratura. Polemiche feroci, iter parlamentare complesso e pieno di stop&go. Ma alla fine quel test divenne obbligatorio per legge. Una legge mai applicata in verità, perchè cassata prima ancora di entrare in vigore dalle modifiche messe a punto dal governo Prodi.

Ora Berlusconi rilancia. Non solo test, ma un vero esame medico. E non solo all'inizio, ma periodicamente. Una prospettiva che supera anche l'origine prima della questione: il "Piano di rinascita democratica" di Licio Gelli, il gran maestro della P2 che negli anni settanta aveva chiesto l'introduzione di "esami psico-attitudinali preliminari" per le aspiranti toghe.

Il Guardasigilli in carica, l'ex magistrato e presidente del tribunale di Roma Luigi Scotti accusa Berlusconi di "creare sfiducia" e di "recare un danno al paese". Un altro ex pm come il deputato di An Alfredo Mantovano invita invece a non bocciare la cosa per partito preso: "I piloti e molte altre categorie professionali che hanno la responsabilità della vita delle persone sono sottoposti periodicamente a test di verifica del loro equilibrio fisico e psichico".

L'attacco alla magistratura e alla legalità firmato Pdl arriva anche dal web. Sul sito di Klaus Davi, infatti, KlausCondicio, in onda su YouTube il senatore dice la sua sulla lotta alla mafia, sull'allarme della politica e sui pentiti. L'antimafia, commenta Dell'Utri condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa e in secondo per tentata estorsione, "è importantissima, ma quando diventa una sorta di brand non è un fatto positivo. Dopotutto, lo aveva già detto Sciascia..." quando inventò la categoria dei professionisti dell'antimafia. L'allarme mafia, aggiunge, "spesso serve ai partiti per coprire la loro mancanza di contenuti". Quanto ai pentiti, poi, Dell'Utri dice di "conoscere quasi tutti i pentiti di mafia, ma oggi faccio fatica a individuarne uno sano, anche se ce ne saranno".

In questo contesto arriva la quasi santificazione di Vittorio Mangano, lo stalliere di Arcore condannato nel 2000 all'ergastolo per associazione mafiosa. "Il fattore Vittorio Mangano, condannato in primo grado all'ergastolo - afferma Dell'Utri - è morto per causa mia. Era malato di cancro quando è entrato in carcere ed è stato ripetutamente invitato a fare dichiarazioni contro di me e il presidente Berlusconi. Se lo avesse fatto, lo avrebbero scarcerato con lauti premi e si sarebbe salvato. A modo suo è un eroe".

Non finisce qui. Noto bibliofilo, collezionista di testi rari nonchè con velleità pedagogiche (Dell'Utri ha ideato una sorta di scuola di politica per i giovani), il senatore aggiunge anche che "se eletto farà di tutto per avviare la revisione dei libri di storia", a cominciare dal periodo della Resistenza.

Appena le agenzie rilanciano il Dell'Utri-pensiero, scattano le reazioni del Pd e della Sinistra, raramente concordi in questa campagna elettorale. Anna Finocchiaro e Rosi Bindi attaccano il senatore che "denigra la resistenza e difende la memoria dei mafiosi". Il verde Angelo Bonelli bolla quelle di Dell'Utri come parole "allucinanti", "fuori dal contesto democratico" e "in contrasto con la Costituzione". Di Pietro ragiona da ex pm e dice: "Quel riconoscimento post mortem nasconde qualcosa d'altro". Un messaggio? Francesco Forgione, presidente della Commissione Antimafia, candidato in Calabria per la Sinistra e chiamato direttamente in causa da Dell'Utri, replica: "Per noi gli eroi possono essere solo le vittime della mafia".

(8 aprile 2008)



E ci aggiungo finalino io....
Stamattina a Radio Anch'io sulla Rai, alla precisa domanda di un professore universitario al candidato del PDL : lei se la sente di dire che il suo partito non vuole i voti della mafia ?
Risposta: io nei miei anni di governo ho fatto, ho... io...io...io...
Ma nessuna risposta semplice e decisa " no noi non li vogliamo "...
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MessaggioTitolo: Re: Dell'Utri-Berlusconi show.   Dell'Utri-Berlusconi show. Icon_minitimeVen Apr 11, 2008 8:34 pm

Instancabile questo dell'Utri... anche lui un eroe tongue

Voto estero...
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