Sì, a me Ciao G mi garba
Se poi devo proprio scendere in paragoni, non partirei da quello con il programma in radio, ma dagli altri programmi della tv attuale: e in questo senso, il confronto non regge.
Il resto della tv è fatto quasi interamente da trasmissioni mosce, volgari, patetiche, per di più urlate ad un volume esagerato e condotte con un tono da televendita.
Caratteristiche, queste, che non compaiono minimamente nel programma del”G”, anche se qualche telefonata degli ascoltatori cerca ogni tanto di introdurcele, senza successo.
Ciao G è un programma vivo, vero e sentito, e questo, da spettatore, lo percepisco e mi fa piacere.
Però io l’ho ascoltato per tanti anni in radio… e un po’ di nostalgia ogni tanto mi prende. Forse è il mezzo in sé (la tv impone una sudditanza che la radio non richiede), forse è il tempo a disposizione che è minore (ma un’ora, in tv, è tanta roba). O forse, è solo che noi “vecchi” ascoltatori siamo troppo legati a quello che è stato per accettare questo trasloco con serenità… Diciamolo, via: un po’ ci sentiamo spaesati, ma non potrebbe essere che così. Non sarebbe logico né naturale che in neanche due mesi avessimo già metabolizzato il cambiamento imposto… ci si prova e ci si lavora, ma è ancora troppo presto.
Le premesse perché avvenga però ci son tutte: il programma migliora di giorno in giorno, si vede a vista d’occhio. E chissà che un giorno, guardando il “G” in televisione, non ci venga da dire: “e pensare che ha sprecato 25 anni in radio prima di arrivare qui”.