PD - Radicali: un impegno concreto...forse

Eccolo il vero volto del PD, come l'ottimo Crozza ci aveva fatto notare fin da subito, si è finalmente esplicitato il valore delle promesse e degli impegni dei massimi rappresententi del PD, cioè di Veltroni, il suo vice Franceschini e di Bettini.
Alla richiesta dei Radicali di poter sostenere il candidato presidente Veltroni coalizzandosi col PD, Bonino e c. si son visti negare questa possibilità, con la risposta da parte del PD che essi intendevano presentarsi da soli, salvo però accordarsi (il giorno stesso del diniego ai Radicali) con l'Italia dei Valori del senatore Di Pietro, al quale veniva consentito di presentare le proprie liste e il proprio simbolo accanto a quello del PD. Già qui la coerenza veltroniana sembrava ai minimi storici, però si è salvato in corner correggendo il suo "correremo da soli" con il più vago "correremo liberi".
Tuttavia le trattative coi Radicali non si erano fermate lì, e dato che il nome del ministro Emma Bonino avrebbe fatto un ottima figura nelle liste del PD, ai Radicali (con alcuni veti come quelli a Pannella e D'Elia) veniva offerto di entrare in quelle liste, con l'accordo di concedere a questi una parte del rimborso elettorale (non ricordo l'importo preciso) e 9 Radicali eletti. Dopo un accordo sul programma ed alcune formalità, i Radicali accettavano il patto e si impegnavano a sostenere il progetto Partito Democratico con la promessa di confluire nello stesso gruppo parlamentare dopo le elezioni. Non era il massimo per i Radicali che avrebbero dovuto rinunciare al proprio simbolo, tuttavia l'accordo risultava comunque vantaggioso, peccato però che quando alla sede del Partito Radicale sono arrivate le liste dal PD, risultava evidente che l'impegno da parte del PD non veniva mantenuto, perchè invece che 9 Radicali sicuramente nominati (ricordiamoci che si tratta di nomine, non di elezioni) si sono ritrovati con 4 candidati in posizioni sicure, altri 4 "border line" ed un altro che ha poche possibilità di essere eletto, e con una Emma Bonino candidata nel collegio Piemonte 2 del Senato nonostante avesse espressamente richiesto di non essere candidata in quella regione.
Risultato? Le proteste Radicali si son subito fatte sentire pubblicamente, e dopo aver ricevuto risposte poco convincenti dal PD Marco Pannella ha deciso di cominciare uno sciopero della sete e della fame, non tanto per avere 2 o 3 poltrone in più, ma perchè Walter Veltroni tenesse fede all'impegno preso coi Radicali di 9 eletti CERTI, non di 9 candidati potenzialmente eleggibili, il che anche a logica sarebbe improponibile nell'ottica di un accordo tra forze politiche, in quanto non ha senso offrire ad una controparte delle candidature inutili.

Ora dico io, come ci si può fidare di persone che addirittura in campagna elettorale cominciano già a non mantenere la parola data? Come possiamo fidarci che manterrà le proprie promesse agli italiani e che il suo programma non faccia la fine delle 281 pagine dell'Unione?

Tempi duri ci aspettano...

E per chi dovesse pensare "ma che palle, i soliti rompicoglioni dei Radicali" ecco lo smerdamento pubblico di Dario Franceschini, vice segretario (non si capisce eletto da chi e in che modo). Penso che ogni commento sarebbe superfluo, pare evidente che sia stato il PD a non mantenere la parola data.